Le Micro Espressioni facciali

Espressioni emozionali del volto che hanno una brevissima durata, ovvero un quarto di secondo. Se superano questa durata sono definite semplicemente espressioni

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Sei al Concorso, in attesa di essere chiamato per sostenere il colloquio con il Perito Selettore. Ti senti un pò nervoso, sai che quello sarà un momento importante per te, per il tuo futuro. Improvvisamente senti chiamare il tuo nome…”ci siamo”, entri, cominci a rispondere alle domande. Il Perito Selettore è cortese, sembra essere soddisfatto e ti saluta con un sorriso di cortesia. “Ecco, il colloquio è fatto” – pensi fra te e te – “ma non ho capito se è andata bene“. Infatti guardando il Perito Selettore in faccia non sei riuscito a capire qual’è stato l’esito del colloquio. 

Ti piacerebbe avere la capacità di guardare una persona mentre parla e…capire se mente? Oppure leggere sul viso quello che sta realmente provando, anche cerca di fingere per nasconderlo? La scienza comportamentale ha indagato in questa direzione fin da mille anni prima della nascita di Cristo, ma solo dal secolo scorso è riuscita a realizzare concretamente le prime evidenze scientifiche.

Le microespressioni sono state scoperte da E. A. Haggard e K. S. Isaacs nel 1966 durante l’analisi del comportamento non verbale in psicoterapia. Lo studio delle microespressioni venne approfondito successivamente da altri autori, come Paul Ekman, che ne teorizzò l’universalità sulla base degli studi di Charles Darwin. Tali contributi risultano preziosi anche nelle applicazioni dell’analisi del comportamento facciale in vari settori, nonché nel proseguimento della ricerca sperimentale.

A differenza delle normali espressioni, è molto difficile controllare le microespressioni e spesso svelano, come i lapsus, intenzioni nascoste o emozioni che non si vogliono mostrare. Vengono perciò utilizzate dagli esperti di “psicologia della menzogna” per scoprire la verità. Se non si ha un particolare talento o una grande esperienza, per riconoscere con certezza una microespressione è preferibile registrare un filmato e usare il fermo-immagine.

Solitamente le espressioni più vere sono le più difficili da riconoscere, un’espressione falsa è subito facile da identificare. Per esempio per la gioia un sorriso non sincero e forzato è molto facile da distinguere. Magari la persona sta sorridendo, ma in realtà lo sguardo e gli occhi dicono tutt’altra cosa che fa capire alla persona che sta facendo un’analisi dell’espressione sarà subito capace di capire che quella espressa non è vera. Partendo proprio dai piccoli dettagli, come le rughe vicino agli occhi oppure se la bocca è chiusa le rughe vicino alla bocca vengono a mancare. Quello che si deve sempre guardare mentre si cerca di capire un’espressione devono essere i micro movimenti e il cambiamento della muscolatura facciale.

Basta pensare alle caratteristiche principali che ogni emozione comporta all’espressione e guardare quali mancano o sono forzate. Riuscire ad identificare queste microespressioni ci permette di capire cosa stia provando la persona. Un angolo sollevato per pochi secondi maschera la soddisfazione per quanto è successo, anche se magari a parole sta esprimendo un profondo dispiacere , quel piccolo segnale può mettere in evidenza che in realtà la persona è ben più contenta di quello che sta succedendo. Il viso è sia capace di mentire e dire la verità allo stesso tempo e spesso lo si fa contemporaneamente. Quindi contiene due messaggi: quello che il bugiardo vuole dimostrare e ciò che sta cercando di nascondere.

Di cosa si tratta

Per comprendere meglio il concetto di microespressione, prova a guardare questo video, che ti ho reso disponibile a velocità normale (il primo) ed a velocità rallentata. La persona che parla è Amber Heard, che depone durante il processo contro l’ex marito Johnny Depp.

In questa sequenza di pochi secondi potrai notare dei velocissimi e involontari movimenti del viso, molto evidenti nella clip rallentata. Questi movimenti involontari dei muscoli facciali vengono definiti “microespressioni”. Osservando i muscoli facciali interessati all’espressione involontaria, possiamo notare che il movimento, che dura pochi decimi di secondo, è una espressione di rabbia.

Nel riquadro riproposto, ho isolato il movimento di cui stiamo parlando. 

Lo studio delle microespressioni facciali è utilizzato in tutto il mondo ed in vari contesti quali, solo per citarne alcuni, in sede di indagini ed accertamenti giudiziari o legali ma anche nel campo clinico sanitario.

Negli ultimi anni sono nate tante iniziative di educazione alla lettura del linguaggio non verbale ed in particolare quello delle microespressioni facciali. Questi contenuti possono essere certamente molto utili a tutti coloro che per lavoro hanno la necessità di ottenere una migliore empatia con l’interlocutore.

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